Psiche ed Eros

  • Inv 151072
  • Cuma, sala 18

  • prima età augustea
  • marmo bianco a cristalli piccoli lucenti
  • h. 113 cm; largh. del poggio 51 cm; spess. del poggio 62 cm

 Una  figura femminile acefala seduta tra tralci di acanto è scolpita nel prezioso marmo bianco, mentre stringe in un tenero e materno abbraccio un piccolo Eros. Il suo corpo avvenente e sinuoso è nudo fino al grembo, le gambe sono avvolte in un panneggio che scivola sulla roccia, ma si addensa in fitte pieghe sul lato sinistro. In corrispondenza dell’orlo inferiore del drappo si legge l’iscrizione dedicatoria, incisa su due linee: Cn. Lucceius Apollini/sacrum. Da spirali di calici d’acanto spinoso, posti sulla base, si innalzano  racemi ornati di fiori molto fantasiosi, quasi ad avvolgere le figure in un groviglio di linee ben rimarcate.

Il modello di riferimento attinge all’ellenismo di gusto rococò, quando ricorrente era l’iconografia di muse e di ninfe assise sulle rocce, in un paesaggio bucolico. La scultura proclama valori di pace e di fecondità dell’aura aetas  augustea, tramutando l’immagine di un amore materno nell’allegoria di una felicità universale conseguita nel segno di Apollo dopo le guerre civili (Verg.,  Ecloga IV). Come sull’Ara Pacis  per la figura della Tellus, anche per il gruppo cumano l’iconografia non è immediatamente e univocamente identificabile con un unico soggetto (Psiche, Venus, Pax, Victoria).

Per analisi stilistica e schema iconografico, il gruppo scultoreo  sembra lontano dal programma figurativo delle Terme del Foro (II sec. d. C.); potrebbe essere stato consacrato in un sacello apollineo risparmiato all’interno dello spazio pubblico .

Localizzazione geografico-amministrativa
Pozzuoli, località Cuma
Napoli
Modalità di rinvenimento

Terme del Foro di Cuma nel 1952

Definizione culturale

arte romana

Condizione giuridica e vincolistica

proprietà dello stato

Fonti e documenti di riferimento

Bertoldi 1974, p. 40 figg 6-8; Zanker 1989 p. 331 figg. 245 a-b; Scatozza  Hoericht 1992, pp. 106-112.