statua femminile panneggiata
- Inv 292862
Pozzuoli, Rione Terra
- inizi del I sec. d.C.
- marmo bianco a piccoli cristalli lucenti con venature di mica, pentelico
- h. max. cm. 205; alt. della sola testa cm. 24; distanza degli angoli esterni degli occhi cm. 10,5; largh. alle spalle cm. 74; prof. max della figura cm. 38-39; largh. del piede destro cm. 11,5; h. del plinto cm. 10; largh. max. del plinto cm. 6,5; prof. max del plinto cm. 34,5.
La statua ripropone un tipo piuttosto noto attraverso numerose copie d’età romana, spesso utilizzato per la ritrattistica di principesse imperiali, denominato Syon House-Monaco, dalle migliori repliche conservate rispettivamente a Londra presso Syon House e nella Gliptoteca di Monaco. L’imponente e regale figura femminile veste un sottile chitone aderente al corpo, che lascia scoperta la spalla destra. L’himation, di stoffa verisimilmente più pesante, avvolge la vita, coprendole le spalle, gira, poi, intorno al braccio sinistro, per ricadere in avanti con una grande piega triangolare. La donna è ritratta, molto probabilmente, nell’atto di incedere verso sinistra, come suggeriscono la gamba destra flessa e piuttosto arretrata rispetto all’altra, le pieghe del chitone increspate sotto al seno, e la testa rivolta a sinistra. Da quest’ultima promana un’espressione di profonda regalità; gli occhi sono grandi e la bocca è carnosa e leggermente aperta. Il volto è incorniciato da una doppia banda di capelli ondulati che si gonfiano sui lati, per raccogliersi sulla nuca in una “treccia”, non troppo voluminosa e fermata da un nastro. La treccia termina con un ciuffo che scende oltre il bordo superiore del chitone; una larga fascia di pochi centimetri, in metallo o in stoffa, decorata da due treccine, trattiene le chiome sulla sommità del capo, per poi scomparire tra le ciocche. Sui capelli permangono tracce di colore rosso. La figura poggia su di un plinto non rifinito che doveva essere alloggiato entro una base; si intravedono i piedi che calzano sandali dalla suola alta e ben squadrata.
Il modello di riferimento rimanda sicuramente alla bronzistica greca V sec. a.C.; la ponderazione della figura è da attribuirsi alla scuola policletea, mentre il trattamento del panneggio risente di un’influenza fidiaca. Di difficile attribuzione è la paternità: la cerchia dei maestri post-fidiaci (Agoracrito e Kresila) o quella peloponnesiaca (Policleto). Altrettanto discussa è l’identificazione della figura: una divinità eleusina, Hera o Afrodite. Il volto altero dagli occhi grandi, le labbra sinuose, la voluminosa chioma raccolta in una treccia, il tipo di resa del chitone con la spallina scesa che lascia scoperta una spalla, la sensualità espressa dalle pieghe del panneggio sicuramente fanno pensare a una divinità matronale.
- Localizzazione geografico-amministrativa
- Pozzuoli
- Napoli
- Modalità di rinvenimento
Pozzuoli (NA), Rione Terra, rinvenuta nell’interro del quarto “criptoportico” da est, a sud del decumano massimo e a est del tempio detto di Augusto
- Definizione culturale
arte romana
- Condizione giuridica e vincolistica
proprietà dello stato
- Stato di conservazione
- mutilo
- Fonti e documenti di riferimento
C. Gialanella (a cura di), Nova Antiqua Phlegraea, Napoli 2000, pp. 29, 31-32; C. Valeri, Il Complesso scultoreo del Rione Terra. Note preliminari, in Bd’Art.118, 2001, pp. 5-46; S. De Caro-C.Gialanella, Il Rione Terra di Pozzuoli, Napoli 2002, pp. 30-32, 92-93; = C. Valeri, Der Statuenzyklus von Rione Terra in Pozzuoli, in Die griechische Klassik. Idee oder Wirklichkeit, Catalogo della mostra Berlin 1 Maerz-2 Juni 2002 Mainz 2002, pp. 656-658; L. Crimaco - C. Gialanella- F. Zevi ( a cura di), Da Puteoli a Pozzuoli. Scavi e ricerche sulla rocca del Rione Terra, Napoli, 2003, pp. 56-57, 60; Campi Flegrei II, 2008 p. 270