Tempio di Venere
Isolato tra l’attuale strada che attraversa Baia e le strutture del suo porto, questo edificio dal diametro di oltre 25 metri doveva essere la sala più importante di un più ampio complesso di cui si sono persi gran parte dei vani. Ma la sua mole, anche se oggi in parte interrata, ha da sempre incuriosito viaggiatori ed architetti, come Palladio, che l’hanno voluta disegnare, attratti dalle soluzione ardite che la caratterizzano in numerosi aspetti: la sua pianta ottagonale all’esterno, circolare all’interno, la sua cupola detta “ad ombrello”, per la forma dei diversi spicchi che la formano, la composizione stessa della cupola, formata da materiali sempre più leggeri per ridurre il carico nelle parti più a rischio, come al centro, poi comunque crollato. Ma anche le nicchie aperte sulla sala centrale, che a loro volta davano accesso ad altre ancora più articolare piccole sale: pur mancando degli scavi che abbiano raggiunto gli antichi pavimenti, si pensa che queste fossero delle vasche di una grande terma, in continuità con gli altri complessi scavati nel golfo di Baia. Tutti gli ambienti dovevano essere rivestiti con lastre di marmo e la decorazione della cupola era composta da un mosaico, di cui conserviamo piccolissime tracce. Il committente, viste le caratteristiche tecniche messe in atto, sembra essere lo stesso imperatore Adriano, considerate soprattutto le numerose similitudini con alcuni edifici da lui voluti nella sua villa di Tivoli, alle porte di Roma. Anche gli edifici immediatamente a monte, oltre la strada, all’interno del Parco delle Terme di Baia, sembrano da collegare allo stesso complesso, anche se l’accesso principale doveva essere verso il piccolo lago posto al centro di Baia. Il richiamo a Venere dato a questa serie di stanze non è altro che un tentativo di ricollegare le notizie, derivanti dalle fonti e dalle iscrizioni, di un tempio di Venere che certamente doveva trovarsi a Baia, ma di cui, ad oggi, non è stato individuato alcun resto. Ciò che invece appare certo è comeil progetto edilizio di questo complesso abbia superato le sperimentazioni visibili, ad esempio, nelle vicine terme di Mercurio: le finestre hanno ora raggiunto dimensioni notevoli e, al contrario, i pilastri esterniper reggere i carichi delle voltehanno spessori minimi, a dimostrazione che siamo di fronte ad un edificio della piena maturità dell’architettura romana.
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