Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia
Il Castello di Baia, edificato tra il 1490 e il 1493 dagli Aragonesi e ingrandito tra ‘500 e ‘700 durante il Viceregno spagnolo, domina la vetta del promontorio che chiude a sud il golfo di Baia. Attualmente ospita il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, realizzato negli ultimi decenni del secolo scorso e aperto nella sua configurazione attuale nel 2010.
Le mura del Castello racchiudono però una realtà più antica, i resti di una grandiosa villa romana, un eccezionale esempio di impianto residenziale marittimo che dal mare risale per quasi cento metri sino alla cima del promontorio, ora occupato dal Padiglione Cavaliere, il maschio del castello, dove si conservano in ottimo stato i pavimenti romani in signino decorato e in mosaico bianconero. La villa, appartenuta forse proprio a Cesare, sorge già nel II sec. a.C. e viene poi ristrutturata in due fasi successive nel secondo quarto del I sec. a.C. e poi in età neroniana, quando la proprietà viene acquisita al demanio imperiale.
La visita delle sezioni del Museo, dislocate in parti diverse e distanti del Castello stesso, comporta un percorso dinamico e vivace tra rampe e scale suggestive e terrazze panoramiche sino alla spettacolare Piazza d’Armi, dalla quale il visitatore può godere di un amplissima e splendida veduta dell’intero Golfo di Napoli.
Inoltrandosi all’interno del percorso museale si percepisce come esso sia stato organizzato per rispecchiare il particolare e suggestivo assetto del territorio flegreo nel quale confluiscono in pochi lembi di terra una realtà storico-culturale centrale per la conoscenza del Mondo Classico e la bellezza di un paesaggio forgiato dai tanti vulcani sempre in attività.
Sezione Cuma (II livello)
L’esposizione si apre con la città di Cuma, la prima e più avanzata colonia greca d’Occidente, e sede della celebre Sibilla a cui si ricorreva nell’estremo pericolo per interpellare il Fato. La prima sala (sala 1) espone alcuni frammenti dei calchi in gesso di epoca romana che testimoniano l’attività di un’officina scultorea di Baia che era impegnata nella riproduzione di copie di celebri capolavori greci, mentre sale 2-4 ospitano la ricostruzione del portico del foro della città, con il monumentale fregio con armi e le singolari lastre a rilievo con mascheroni.
Dopo il foro inizia un percorso che accompagna il visitatore, come in una linea del tempo, di sala in sala, attraverso i diversi momenti della vita del sito antico: e allora si comincia con la sala 6, dedicata alle tombe dell’insediamento indigeno precedente all’arrivo dei greci, mentre la sala 7 racconta l’arrivo dei Greci e la fondazione della colonia attraverso le tombe di Pithekoussai, che testimoniano i rapporti che precedettero l’impianto dell’emporio commerciale sull’isola di Ischia, e attraverso alcune testimonianze epigrafiche dell’alfabeto greco-euboico. La sala 8 spiega le mura che perimetrano la città, una volta strutturata, con i reperti riferibili alle diverse fasi costruttive e quelli provenienti da un santuario indagato in un’area prossima alle mura settentrionali. Dal santuario periurbano, restando nella sfera del sacro, si passano in rassegna numerosi rinvenimenti da santuari o stipi votive del sito (sala 9) che illustrano l’architettura e gli oggetti del culto in età greca.
Le sale 10-11 sono dedicate alle storiche collezioni ottocentesche di reperti cumani: la Collezione Cumana, frutto degli scavi delConte di Siracusa, e la Collezione Stevens, che prende il nome dall’omonimo Colonnello, che raccolgono i più preziosi corredi tombali della necropoli di Cuma situata a nord nella piana di Licola. Si prosegue dunque con la fase sannitica della città (sale 12-14): tra i reperti imperdibili vi sono le bellissime metope dipinte con centauromachia del tempio sannitico della città bassa, su cui in età romana sarà edificato il Capitolium, e la tomba dipinta, che è stata interamente trasferita dal luogo di rinvenimento al Museo.testimoniano i rapporti che precedettero l’impianto dell’emporio commerciale sull’isola di Ischia, e attraverso alcune testimonianze epigrafiche dell’alfabeto greco-euboico. La sala 8 spiega le mura che perimetrano la città, una volta strutturata, con i reperti riferibili alle diverse fasi costruttive e quelli provenienti da un santuario indagato in un’area prossima alle mura settentrionali. Dal santuario periurbano, restando nella sfera del sacro, si passano in rassegna numerosi rinvenimenti da santuari o stipi votive del sito (sala 9) che illustrano l’architettura e gli oggetti del culto in età greca.
Dalla sala 16 comincia l’esposizione della città romana, che a cominciare dall’età di Augusto viene notevolmente arricchita: è uno splendore fatto di marmo che richiama da vicino i modelli di Roma. Fino alla sala 22 si possono ammirare le sculture e gli arredi marmorei che in tutta l’età imperiale ornano la città. Chiudono la sezione cumana la sala 23 con la necropoli romana e la sala 24 con i reperti di età bizantina.
Sezione Pozzuoli (I livello)
Subito dopo viene la città di Puteoli, grandioso emporio e porto principale dell’Urbe, con il suo Rione Terra interamente ricoperto di marmo da Augusto. Le sale 26-27 affrontano il tema della colonia augustea e del culto del Genius coloniae, raffigurato in diversi rilievi e statue e menzionato da iscrizioni. La sala 28 accoglie il tema degli edifici di spettacolo e dei collegia degli Augustali e dei Tibicini: qui è possibile ammirare il calco della famosa base degli Augustali con dedica a Tiberio, il cui originale è esposto al MANN.
La sala 29 è dedicata all’acquedotto e al sistema di irreggimentazione delle acque, mentre le sale 30-31 illustrano la straordinaria importanza del porto commerciale di Pozzuoli, il principale porto di Roma prima della costruzione di quello di Ostia e tale da potersi definire cosmopolita: ne sono testimonianza le numerose statue e dediche riferibili a culti orientali rinvenute nella città.
Le sale 32-37 raccontano i cambiamenti della città nella piena età imperiale e l’edificazione delle nuove grandi opere pubbliche, tra le quali l’Anfiteatro flavio, attraverso le statue e gli arredi marmorei risalenti a quel periodo, con un particolare accento sul tema delle arti e dei mestieri nella sala 36 e nella sala 37 la ricostruzione dell’eccezionale contesto della grotta del Wadi Minayh nel deserto orientale egiziano dove sono state rinvenute iscrizioni con i nomi dei mercanti puteolani che vi si fermarono. Poi si passa al periodo tardo-antico (IV sec. d.C.) durante il quale ancora Puteoli prospera mantenendo vivo il porto commerciale (sala 38) e ai contesti delle ville del territorio puteolano (sale 39-40), che restituiscono pregevoli materiali e arredi scultorei.
Le sale 41-44 ospitano reperti dalle necropoli di svariate tipologie, da sarcofagi a rilievi funerari, a statue iconiche. Infine nella sala 45 sono stati allestiti i reperti dell’Antiquarium flegreo, un piccolo museo allestito negli anni ’50 da Maiuri e De Franciscis nella piazza del cosiddetto Tempio di Serapide per accogliere i reperti provenienti dai siti flegrei.
Sezione Rione Terra (III livello)
Chiude la sezione di Pozzuoli la splendida sala del Rione Terra (sala 47) che in un allestimento fortemente evocativo ricostruisce e racconta lo straordinario fermento edilizio che Augusto portò alla città di Puteoli, colonia iulia augusta, trasformandola secondo schemi architettonici che rimandano direttamente a quelli di Roma.
Mostra Il visibile, l’invisibile e il Mare (Sala Polveriera)
Nella Sala Polveriera è possibile apprezzare l’allestimento della mostra dal titolo “Il visibile, l’invisibile e il mare”, inaugurata lo scorso 27 ottobre. La mostra è dedicata al ritorno nei Campi Flegrei della pregevole statua di Zeus in trono dal Getty Museum di Los Angeles, che trova la sua nuova esposizione insieme ad altre 11 statue provenienti dai depositi del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, che richiamano la perpetua relazione dell’archeologia flegrea col mare nella dualistica dimensione di emersione e sommersione dovuta al bradisismo.
Sala Liternum (Cortile di ingresso)
La visita si chiude infine con la sala dedicata a Liternum, la piccola città legata al ritiro di Scipione Africano, che restituisce statue provenienti dal foro e reperti dall’Anfiteatro, dal santuario a nord del foro e dalla necropoli.
L’allestimento segue quindi il doppio filo dello sviluppo cronologico e del recupero dei contesti. Il visitatore può così vedere organicamente quanto proviene dai tanti siti e monumenti del Parco che avrà già visto o potrà vedere, anche nel medesimo giorno.
Intero singolo sito: € 5
Ridotto singolo sito: € 2
Intero cumulativo Circuito flegreo: € 10
Ridotto cumulativo Circuito flegreo: € 5
Orario di apertura: 9:00 - 20:00 (ultimo ingresso 19:00)
Chiusura settimanale: Lunedì
Info QUI
Parzialmente accessibile alle persone con disabilità motorie